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I CARE. Me ne faccio carico / O cjapi a cûr/ Es liegt mir a m herzen/ Mar mi je

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I CARE. Me ne faccio carico / O cjapi a cûr/ Es liegt mir a m herzen/ Mar mi je

MANIFESTO della RETE REGIONALE PER I DIRITTI L’ACCOGLIENZA E LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE

In questo difficile momento storico, come cittadine e cittadini italiani ed europei, riaffermiamo i valori della nostra Carta Costituzionale, della Dichiarazione Universale dei Diritti umani, della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europa. Prendiamo una ferma posizione di rifiuto rispetto ad un modello di società chiusa, basata sulla paura e sulla discriminazione, dove AVANZANO nazionalismi, omofobia, sessismi e razzismi con ritorno a vecchi confini e viene alimentata la convinzione che esistano individui e gruppi sociali che possano vantare per sé diritti esclusivi rispetto ad altri a cui tali diritti dovrebbero essere negati o ridotti, trasformando così i diritti universali in “privilegi”. Un clima di costante discriminazione civile alimenta l’odio verso l’altro, identificato spesso in colui che è straniero, rifugiato, migrante, rom, senza casa, senza lavoro e giudicato comunque “diverso” per qualunque ragione – per provenienza, status sociale, lingua, cultura, religione, genere o orientamento sessuale; si assiste, con enorme preoccupazione, al ritorno dell’ideologia del “me ne frego”, verso le condizioni dei più deboli e degli ultimi.

Crediamo che le pericolose conseguenze di tali dis valori e il crescente razzismo possano essere affrontate proponendo un diverso e alternativo modello di comunità che, specie in una regione come il Friuli Venezia Giulia, con una storia ricca di culture e lingue diverse, si basi sulla universalità dei diritti e sulla crescita della coesione sociale da realizzarsi attraverso lo sviluppo di modelli di accoglienza e di solidarietà verso chi ha maggior bisogno.

Dobbiamo difendere i diritti per tutti/e, perché togliere i diritti ai più vulnerabili e agli ultimi, non avvantaggia nessuno, tantomeno chi è o si percepisce in fondo alla scala sociale: il processo di erosione della convivenza civile e i continui attacchi al principio di universalità nell’accesso ai servizi sociali e sanitari aumentano il rischio di povertà e di esclusione sociale per tutta la popolazione. È necessario pertanto contrastare la falsa narrazione dell’invasione e tutte le dichiarazioni che fomentano odio e intolleranza, ribadendo che la cosiddetta “crisi migratoria” non è un’emergenza ma un fenomeno che può e deve essere gestito bene nell’interesse di tutti.

A partire dall’esperienza pluriennale finora percorsa e ampliandola ci impegniamo a costruire assieme in F.V.G. una

RETE REGIONALE PER I DIRITTI L’ACCOGLIENZA E LA SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE

che sviluppi azioni e iniziative sociali, politiche e culturali finalizzate a:

  1. Assicurare a tutte le persone comunque presenti sul territori o regionale pari opportunità nel godimento dei diritti fondamentali, a partire dalla registrazione alla nascita;
  2. Promuovere l’accesso universale al welfare, ai servizi socio-sanitari e scolastici e agli altri servizi pubblici del territorio contrastando ogni forma diretta o indiretta di discriminazione e di privilegio;
  3. Promuovere ed allargare l’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo e dei rifugiati, sostenendone il valore di modello positivo di inclusione sociale nelle comunità locali, sviluppando un’accoglienza integrata basata sul sostegno delle potenzialità professionali, sociali e culturali di ogni migrante;
  4. Contrastare le proposte di tornare a falliti modelli di accentramento e ghettizzazione dell’accoglienza in grandi strutture ripudiando altresì l’inaccettabile proposta di addirittura creare veri e propri “campi di “internamento” per i richiedenti asilo;
  5. Operare per il superamento delle grandi strutture di accoglienza che dissipano grandi risorse pubbliche erogando servizi mediocri senza promuovere reali interventi di inclusione civile, sociale e culturale dei beneficiari;
  6. Opporsi alla riapertura a Gradisca d’Isonzo e ovunque in altri luoghi della Regione, dei centri di detenzione amministrativa per gli stranieri (CIE/CP
    R) memori degli errori e delle tragedie che hanno caratterizzato ovunque in Italia, per vent’anni, l’apertura e la gestione di tali strutture di “detenzione amministrativa;
  7. Operare insieme alle realtà associative nazionali ed internazionali, per il superamento di normative inique e inefficienti che, seguendo l’ottuso approccio della chiusura dei canali di migrazione regolare, producono quella stessa irregolarità e precarietà che poi pretendono di risolvere attraverso misure repressive;
  8. Sostenere l’operato delle O.N.G. e delle associazioni operanti per finalità umanitarie valorizzando il ruolo positivo della cooperazione internazionale decentrata per uno sviluppo che sostenga effettivamente la crescita economica, civile e sociale delle comunità locali nei Paesi terzi, favorendo anche così l’instaurarsi di dinamiche migratorie libere e consapevoli;
  9. Contrastare le crescenti forme di grave precariato, di sfruttamento lavorativo, di lavoro nero nonché promuovere la formazione alla sicurezza sul lavoro rendendo maggiormente effettiva l’attività di controllo;
  10. Sostenere non solo nelle scuole ma in tutti gli ambiti in cui operano le diverse formazioni sociali, percorsi di educazione ai valori universali dell’accoglienza e della solidarietà, alla Pace, al rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione violenta dei conflitti, di informazione e sensibilizzazione
    alla complessità delle questioni migratorie.

Con iniziative condivise tra cittadine/i ed associazioni ci impegniamo a coinvolgere tutto il nostro territorio regionale per dare risposte di civiltà e convivenza civile in un’epoca dove rischiano di prevalere egoismi, prepotenze e soprusi, proponendo politiche di dialogo e confronto costruttivo per una società in cui vengano riconosciuti “i diritti inviolabili dell’uomo, sia come individuo sia nelle formazioni sociali”. Vogliamo guardare ad un altro mondo possibile dove ogni essere umano sia tutelato e rispettato, cosi come sia difeso e valorizzato l’ universo di cui siamo parte e custodi e non padroni.