Ringraziando la redazione de IL FRIULI, pubblichiamo qui l’articolo apparso oggi sulla testata on line.
Solidarietà al sindaco di Riace dal Centro Balducci
Domenico Lucano è agli arresti domiciliari poiché indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Presto in Fvg un evento di solidarietà aperto a tutti
Il sindaco di Riace, Domenico Lucano, da ieri è agli arresti domiciliari poiché indagato dalla Procura di Locri per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Con lui, nei guai è finita anche la compagna, Tesfahun Lemlem. La vicenda che ha coinvolto in prima persona il sindaco di Riace, città divenuta simbolo dell’accoglienza, ha colpito l’opinione pubblica che ieri sui social ha animatamente commentato la notizia. Don Pierluigi Di Piazza, Michele Negro e Gianfranco Schiavone, a nome della Rete DASI (Diritti-Accoglienza-Solidarietà Internazionale) del Fvg (www.sconfini.net; pagina Facebook ReteDASIFVG), ha commentato così quanto accaduto.
“Crediamo di interpretare sgomento e amarezza di tante persone, associazioni, comitati, organismi culturali, sindacali e rappresentanti delle comunità che anche in questa piccola regione del nord est, il Friuli Venezia Giulia, ha suscitato la notizia degli arresti domiciliari del Sindaco di Riace ed al divieto di dimora comune per la sua compagna – si legge nella nota -.
Certo bisogna stare dalla parte della legalità, ma anche questa vicenda evidenzia ancora una volta la grave contraddizione tra la legge che discrimina l’umanità e la coscienza che sollecita ad intervenire per garantire il rispetto delle persone e dei loro diritti, come ha fatto Mimmo Lucano. Ci chiediamo: è forse un reato l’umana solidarietà? Riace è stato ed è un esempio conosciutissimo, importante di quel modello virtuale di accoglienza diffusa, lo Sprar, dove i soldi spesi prima dai Comuni vengono rimborsati dallo Stato con una rendicontazione al centesimo, al contrario di quello che a volte accade in altre situazioni e accadrà sicuramente nell’ipotesi di ammassamento di migliaia di uomini e donne in grandissimi centri dove speculazioni e mafie varie hanno gioco facile, come noti processi hanno evidenziato.
Sappiamo come sia “scomoda” e “pericolosa, e non solo oggi, la solidarietà senza fini di lucro, così distante da chi fa affari illegali, evade il fisco per milioni di euro o vive in combutta con organizzazioni criminali. Lo abbiamo constatato anche qua poco tempo fa quando alcuni volontari erano stati indagati dalla Procura di Udine per permanenza di stranieri al fine di trarne ingiusto profitto, notizia agitata con grande clamore e usata con intento discriminatorio verso chi pratica l’accoglienza; poi sgonfiata e dimenticata dopo l’archiviazione senza alcun rinvio a giudizio degli stessi.
Si rischia di lanciare un castello di pesanti accuse, di costruire un teorema persecutorio verso chi apertamente e senza trarne vantaggi personali crede nell’accoglienza e piena integrazione delle/dei nuovi cittadini volendo giustificare provvedimenti di restrizione delle libertà personali molto gravi. Si rischia di alimentare, proprio in coincidenza con il varo del possibile decreto sicurezza, una pericolosa teoria secondo cui chiunque favorisca buona accoglienza sia automaticamente a favore della criminalità, come era già successo con le ONG indagate per collisione con gli scafisti, accuse poi cadute nel nulla.
Noi a nome di migliaia di cittadine e cittadini di questa regione esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Mimmo Lucano e alla sua compagna, e ci uniamo ai messaggi ed iniziative, che, in queste ore, in tutta Italia si stanno attivando in tal senso – conclude la nota -. Organizzeremo, a breve, in Friuli Venezia Giulia momenti di solidarietà invitando la cittadinanza a parteciparvi”.